giovedì 30 dicembre 2010

CANTO VERDE



Il fruscio che senti
è l'alito del mio vento
tra le tue foglie.

La tua nudità callosa
stilla linfa
che ingemma il mio cuore.

Mi innesto a te
e da lì all'infinito
baciandoti le radici.

Siamo sogno
plasmato in vita
che ossigena l'anima.

lunedì 6 dicembre 2010

HALLELUJA



Scendo nella metropolitana e ogni passo si concilia all'Halleluja di Jeff Buckley cantato da una ragazza. Scendo lentamente facendo mia questa melodia, come una lode ennesima al Dio che mi guida. E nella mia incertezza, nella mia precarietà, nella mia non percezione delle cose, per un attimo, tutto mi sembra perfetto. Respiro senza ansie. Colgo solo quello che viene senza aspettarmi niente. E per un attimo mi sento piena e non mi sento sola. Cammino senza una direzione certa eppure vado, consapevole che prima o poi approderò.. Di isola in isola per attimi di pace interiore. Sposto i passi con il sorriso. Vivo di realtà parallele e compresenti, di incomprensioni e ricerche continue. Eppure sento che poco a poco il mio modo di vedere le cose cambia e mi sento adulta, giorno dopo giorno. Halleluja.

martedì 30 novembre 2010

Horacio e la Maga non si sarebbero incontrati più; il fiume l'aveva inghiottita forse, o se ne stava in giro per il mondo vivendo per segni e ascoltando la voce di Rocamadour, o seguendo lo sguardo di Oliveira, tornato in Argentina. Eppur si amavano, di un amore come il nostro, cristallizzato nel tempo, a riposo in chissà quale interstizio dell'universo.

Londra era bianca oggi e la neve ha donato dolcezza ai miei passi, attimi di contentezza genuina con gli occhi da bambina in preda al proprio sogno. I pensieri erano paralizzati e i sentimenti ibernati, e prima ancora che tutto tornasse alla routine ho goduto di quella protratta sensazione di un non luogo...dell'essere in due realtà parallele, di non esserci veramente, eppur di sfiorarle..

La Maga viveva..E questa volta non c'era né pentimento né rimpianto. C'era solo lui.. Il suo nome a sigillare il suo amore. E il tempo aveva perso il proprio determinismo, una causa effetto che si erano rivelati un sempre eterno, un fuoco di emozioni nascoste e rese immortali.

Fa freddo oggi. Ci si sente soli di ritorno. Il fioccare incessante mi spinge alla finestra, alla ricerca di una felicità che mi porta ai miei anni di infanzia..a quando speravo di svegliarmi con la neve e puntualmente il giorno dopo non c'era traccia di bianco (ah il sole del sud)...eppure uns mattina la vidi la neve..e fu meraviglioso.

domenica 31 ottobre 2010

Se guardo i tuoi occhi
perdo i miei
impigliati nella rete
di barche al largo.

La rampicata monotona
a lume francese
s'arresta
su pietra franosa.

E dal basso
ti contemplo
in un canto lontano
che non mi appartiene.

sabato 30 ottobre 2010

L'amore si sente, si percepisce, senza parole..e questo post va a Titty...differente è tornare a casa senza nessuno e addormentarsi con la propria amica al lato. Sa di famiglia e di ricordi pieni, di immagini vive e di follie e di tutto il meglio che la vita può offrire. E ascoltando i Modena City Ramblers e Notturno Camden Lock, finalmente un pensiero non rimane tale ma si riempie di altra memoria. Finalmente ci siamo state sul Regent Canal a mangiare qualcosa al volo e a raccontarci interstizi di assenze... La nostalgia della mancanza nuova è più forte...diverso è incontrare gente per caso e incontrare gli amici di sempre...pienezza e d'improvviso vuoto profondo. E sentire che siamo cresciute e Fabio si sposerà e la vita che scorre e ci cambia...ma in fondo sempre le stesse, con il cuore vagabondo e un abbraccio che sa di eterno...

giovedì 14 ottobre 2010

Ho bevuto troppo caffè
e la testa si perde
in un vuoto
che profuma di te.

Scrivo versi
che ti incollerò addosso
quando con lo sguardo
mi dirai chi sei.

E con la luce rossa
che mi accarezza gli occhi
il mio tempo si snoda ora
nella tela dei miei pensieri.

E ti amo
immaginandoti
spettro vagabondo
della mia anima.

mercoledì 22 settembre 2010

Dondolo
nel baricentro dei tuo occhi
in cui convoglia il mio sentire.

Accarezzo
la patina delle tue parole
che mi scavano l'anima.

Vorrei viaggiare
con il tuo sangue
allenato al ritmo del cuore.

domenica 25 luglio 2010

Quello che ci voleva era una lunga passeggiata per il Regent Canal, da Hoxton sino a Camden, andata e ritorno. L'acqua del canale e la strada hanno rallentato lo svolgersi dei pensieri, riportandomi alla natura. E una volta arrivata a destinazione, seduta in riva al Regent, un uomo mi ha donato parole. E ho capito in piccoli frangenti, il mio senso qui. O meglio l'ho riafferrato. In solitudine ho riprovato l'ebbrezza del viaggio in un posto conosciutissimo, la possibilità di arricchirsi con gente di tutto il mondo.
Abbiamo bisogno di ossigenare il cervello, come diceva Alì. Nasciamo semplici e poi diventiamo individualisti. Dovremmo ritornare alla semplicità. Hai bisogno di una chitarra? Regala la tua armonica. Parti? Lascia la chitarra e fatti fare un buon piatto di pasta. Alì, l'egiziano, mi ha parlato della felicità, che è diversa dal piacere. Il cibo è un piacere, il sesso è un piacere, sentirsi dire "bravo" è un piacere. Dire a sè stessi "bravo" quella è felicità, la conquista di un qualcosa di semplice che ha appagato l'animo. Un tempo avevo imparato ad avere lo zaino leggero, ora è diventato pesantissimo, ma come mi ha detto ALì il mio corpo non può sopportare più di venti chili se voglio viaggiare. Devo ricominciare a svuotarlo. Era quello che mi aveva insegnato anche Cindy anni addietro, quello che la vita mi aveva messo davanti agli occhi. Stavo dimenticando il senso delle cose, e oggi tutto si manifesta come un tempo.
Devo passare più tempo con me stessa, camminare sola per conoscere altra gente e assorbire punti di vista nuovi.
"Londra è il centro del mondo", ripeteva Alì guardando la moltitudine di gente affacciata sul canale. E da ognuno bisogna imparare.
Al ritorno le gambe le sentivo pesanti, ma il mio respiro aveva riacquistato il suo ritmo, e i pensieri erano ridimensionati.
E Londra mi appariva bella. Ho salutato ogni singola persona che mi guardava, con un sorriso, e mi sono riempita dei sorrisi altrui.
Nella nostra solitudine dobbiamo cercare di captare l'energia dei satelliti che ci gravitano attorno, e se possible restituirla. In questi giorni ho capito che sono importante a me stessa, ma essenziale a nessuno e che tutti stanno benissimo anche senza me. è una lezione di umiltà che ho ricevuto. Per questo bisogna cercare di trovare il proprio senso all'interno di sé valorizzando le sfumature che ogni giorno la vita dona, in un continuo dare e ricevere.

mercoledì 21 luglio 2010

Retrospettive d'ingranaggi
s'acquietano
sotto il manto dell'apparenza.

Tace il vero
il sorriso plastico
che esce di scena.

Rivolo di trucco
si mischia al sonno.
Si sgretola l'argilla.

sabato 5 giugno 2010

La pittura a olio
sulle mani
e un'ampolla
di parole.

Le bolle di sapone
raccolgono frammenti di sole
e vola il baco
dimentico d' ali.

Ritratti
sugli occhi
e scarpe
di sogni.

La farfalla
saluta l'ultimo giorno
e le corolle
si inchinano riconoscendola.

mercoledì 2 giugno 2010

SEI NELL'ANIMA



Corro sotto la pioggia piangendo. Non riesco a controllare le emozioni che mi sgorgano dentro. L'immobile dentro si è liberato, e ho risentito. Il fiume grosso della mia anima è straripato portandomi alla deriva e lì ci siamo incontrati tra le onde, prima di ritrovarci lontani.
Meravigliosa la tua voce che mi ricorda chi sono, e i nostri sorrisi sono sparati nell'universo delle immagini eterne..e così ci ricordo...con gli occhi grandi e da bambini, con le mani intrecciate e lo zaino in spalla.
"Quanta tenerezza, non fa più paura...sei nell'anima e lì ti lascio per sempre, sospeso e immobile, fermo immagine, un segno che non passa mai..."

venerdì 28 maggio 2010

Scrivo queste due righe per ringraziare Dio, perché mi da sempre segni della sua presenza e quando chiedo risponde... "Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto"...
In the name of Jesus...

martedì 25 maggio 2010

Il mare..

Vinicio Capossela rompe il silenzio di una notte buia. Lo schermo le illumina i capelli e fuori, dalla finestra il cielo scuro, sfumato dalle luci di Canary Wharf e da una Londra notturna.
Seduta sul letto, indovinando tasti sotto le dita, scrive mista di emozioni e pensieri. Cosa insegua non lo sa. L' instabilità le culla l'anima e la voglia di andare la sente sotto la pianta dei piedi, che le formicolano.
Il sonno stenta ad arrivare in una notte che le confonde le idee.
Sono belle le luci che puntellano le ombre, accogliente un letto tutto proprio con vista sulla città.
I ricordi sono tanti, e anche le immagini...
Che cos'è l'amor...e seduta su una sdraio sorseggia il Mojito ghiacciato mentre balli frenetici alzano la sabbia e le luci si riflettono sul mare...
Le manca il mare, ne sente l'odore, le onde che sbattono le puliscono l'anima mentre i piedi strofinano la battigia bagnata in una piacevole notte con la brezza fresca che tempra il corpo.
Ha bisogno del suo mare, un sentimento fisico, un'appartenenza atavica, richiamo primordiale.
La salsedine le gonfia i capelli, ma si sente felice. Sarà sveglia tutta la notte.
"Scivola vai via" in una notte londinese imbrattata dal richiamo dell'isola delle sirene. La notte amica fa sentire a casa. E Londra in questo piccolo spazio non è più Londra...è mare, mare buio, profondo, in cui immerge i suoi sogni.

sabato 22 maggio 2010

Est british diary...

(Faundry)

Questa mattina mi sento ovattata come la nebbiolina che nasconde il sole sotto il cielo di Londra. Devo cercare lavoro, mi dico. Il mio stage si è concluso e sono disoccupata in terra straniera.
Come al solito il mio sentire è contraddittorio. Da un lato la paura, dall'altro l'emozione dell'incognita e l'attesa di vita nuova, di altre storie da intessere nella città caos per eccellenza.
Non riesco a vivere Londra da turista, nel momento in cui non lavori ti assalgono i pensieri del quotidiano.
Ho i pensieri che si picchiano tra loro.
La vita notturna londinese mi lascia stanca di notte e mi ritrova confusa di giorno.
Shoreditch, il quartiere nel quale mi sono trasferita pullula di gente, luci e trasgressione. Le mode si mescolano e l'eccentricità vince su tutto, il che da senso di libertà, ma anche di confusione.
Il mio inglese rimane contaminato della forte cadenza italo meridionale, ma in compenso la gente, dopo due mesi riesco a capirla meglio, e anche il mio blocco psicologico in merito svanisce. Ho voglia di comunicare, tanto.
Londra di sera è qualcosa di indescrivibile, fin ora ho vissuto quella visto che di giorno ero a lavoro. Non credo di aver passato una sera a casa da quando mi sono trasferita. E la cosa strepitosa è che difficilmente capita di ritornare in uno stesso posto, a meno che non te ne affezioni. Amo Brick Lane, confusa di giovani, graffiti di Banksy e ristoranti bengalesi, con il famoso 1001 con all'interno i divani grandi, stile anni 70, le luci basse e grandi tavoli, tutto molto minimale.
Amo il Faundry vicino casa mia,ad Old Street dall'aspetto totalmente dimesso con i graffiti coloratissimi nei cessi e un'accozzaglia di televisori vecchi all'entrata. I divani ci sono in ogni posto e riesco a capirne il perché: si usa entrare nei pub dalle 5, 6 del pomeriggio e si sosta fino alla chiusura (alle 11 in genere). Si passa direttamente dall'ufficio al pub, che diventa il "salone" della propria casa, luogo di relax per eccellenza.
Amo l'est London. C'è libertà di espressione e arte.
Dopo la digressione ritorno ai miei pensieri..Devo trovare un lavoro. Mi sa che stavolta lascio perdere gli italiani e mi trovo un qualcosa più british...a scapito della mia vena giornalistica..ma il mio inglese scritto lascia prorpio a desiderare (quello parlato peggio ancora)..

venerdì 26 marzo 2010

BRITISH DIARY

22 MARZO, CITY OF WESTMINISTER, LONDON.
Faccio la colazione in vetrina oggi. Quinto giorno e mi sono concessa una visita totalmente turistica alla città. TRAFALGAR SQUARE, direzione WESTMINISTER. Dopo aver visto il Big Ben ho notato la grande ruota panoramica al lato del Tamigi. Londra mi piace, stimola i miei neuroni, mi fa venire tante idee, la voglia di scrivere di tutto. I miei sogni sono fervidi in questa città, la mia immaginazione accentuata. Divertente stare dietro il vetro della finestra del bar. La gente guarda dentro incuriosita, ma quando incroci il suo sguardo devia come imbarazzata.. Oggi ho comprato una rivista londinese del 1970 per una sterlina, ho voglia di scoprire, di sapere cosa c'è nel tessuto della città, nel'animo della gente. Voglio assaggiare Londra poco a poco. Sono passati 4 giorni e comincio ad ambientarmi nonostante le distanze. Londra è un agglomerato di paesi. Io vivo ad Islinghton, zona 2, non troppo distante dal centro (con i mezzi ovviamente). Pensare di passare da un quartiere all'altro di Londra a piedi è difficile, con la bicicletta non dovrebbe essere impossibile, non fosse per l'incognita del tempo vulnerabile e per il controverso senso di marcia. Ieri ho assistito a una jam session in un Irish pub. Non c'era il solito palco con chitarra, batteria, basso e microfoni. C'erano circa dieci musicisti con strumenti a corda (chitarra, violino..) e a fiato (flauti, zampogne..), tutti attorno a un tavolo a suonare e a sorseggiare la birra. Il risultato è stato una stupenda sonorità irlandese. La sera precedente, invece, mi sono trovata in un jazz club. Si sono esibite due sassofoniste iper sensuali accompagnate da musicisti incredibili (tra questi il chitarrista dei Simply Red e il batterista degli Incognito). I quartieri londinesi sono tanto diversi l'uno dall'altro, eppure una cosa che li accomuna sono le finestrelle delle case dagli infissi banchi. Architettonicamente la città è meravigliosa, stravagante ed eccentrica in alcuni punti. Due giorni fa, dop essere scesa a Leicester Square, girovagando senza guardare le mappe, mi sono trovata in una serie di negozi cinesi, i ristoranti iper colorati: ero a CHINATOWN. Mi sono sentita come una bambina contenta.
Ieri pomeriggio invece io e Serena (la mia coinquilina) abbiamo optato per una passeggiata poco turistica e da lì siamo giunte al luogo vintage per eccellenza: CAMDEN. Il mercato domenicale di Camden è spettacolare, al suo interno sapori e profumi di tantissime etnie che propinano cibo take away per 3 sterlie. Da lì un negozietto dopo l'altro e un'esplosione di colori, e per le vie si incontrano punk con le creste biondo-platino o rosse super-gelatinate che chiedono 2 sterline a chiunque li voglia immortalare. Oggi sono in giro sola. Ricomincio a sentire dentro me la rinascita del viaggio, l'assetata curiosità che si risveglia e la bellissima e controversa sensazione di essere anonimi e dover costruire tutto cominciando da zero. Mi sento bene. Londra mi fa sentire viva.

martedì 16 marzo 2010

ALLE PERSONE CHE AMO

Questa dedica va alle persone che amo, a chi mi è vicino e non mi abbandona, a chi per tanto, o anche per un attimo, mi ha fatto vibrare il cuore...




Possa Dio benedirti e proteggerti sempre
Possano tutti i tuoi desideri diventare realtà
Possa tu sempre fare qualcosa per gli altri
E lasciare che gli altri facciano qualcosa per te
Possa tu costruire una scala verso le stelle
E salirne ogni gradino
Possa tu restare per sempre giovane
Per sempre giovane per sempre giovane
Possa tu restare per sempre giovane

Possa tu crescere per essere giusto
Possa tu crescere per essere sincero
Possa tu conoscere sempre la verità
E vedere le luci che ti circondano
Possa tu essere sempre coraggioso
Stare eretto e forte
E possa tu restare per sempre giovane
Per sempre giovane per sempre giovane
Possa tu restare per sempre giovane

Possano le tue mani essere sempre occupate
Possa il tuo piede essere sempre svelto
Possa tu avere delle forti fondamenta
Quando i venti del cambiamento soffiano
Possa il tuo cuore essere sempre gioioso
Possa la tua canzone essere sempre cantata
Possa tu restare per sempre giovane
Per sempre giovane per sempre giovane
Possa tu restare per sempre giovane

venerdì 12 marzo 2010

AIN'T NO SUNSHINE WHEN SHE IS GONE...



è da questa mattina appena sveglia che mi gira in testa...
Chissà...
Che intensa quest' interpretazione...

giovedì 4 marzo 2010

LENTAMENTE MUORE di Pablo Neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

domenica 21 febbraio 2010

Macchia l'anima
questo cioccolato fondente
in cui scorgo la tua notte
celata da voce amica.

Coincidenze
ricamate da canti
annegano l'assenza
in un reale ipnotico.

Ti sento
nel silenzio
delle mie inquietudini
nel caos
del giorno nuovo...

lunedì 1 febbraio 2010

domenica 24 gennaio 2010

IL MIO PAESE...

Il mio è un paese di 4000 abitanti, nel tarantino, dove tutti siamo conoscenti, o parenti e ciò che accade è presto di pubblico dominio. Sono nata in un paese contadino, di gente semplice, di generazioni di padri che per dare un futuro ai propri figli hanno dovuto sudare. Sono nata lì dove vige il silenzio di gente che sa, ma che non parla, dove la mafia non c'è ma si respira nell'aria. Nel mio paese non esistono destra e sinistra, ma solo la politica dei favori. Nel mio paese non puoi aprire un locale se non paghi il pizzo, perché l'anno dopo è un ammasso di cenere. Chi nasce qui sa come vivere la strada, sa come sopravvivere, come evitare situazioni scomode. Chi nasce qui pensa che tutto sia normale, che il pizzo si debba pagare, che lavorare la terra è una fatica e che sia meglio votare il più potente "così mio figlio ha un posto assicurato". Chi nasce qui è ignorante. Nel mio paese non c'è un cinema, non un pub, non una biblioteca, non un teatro, solo due sezioni politiche: una di destra e una di sinistra, dove i due più potenti si scontrano facendo leva sull'ingenuità del popolo. Nel mio paese esiste la forma, la macchina più bella anche se ti devi spezzare di lavoro, la casa immensa con giardino iper curato. Nel mio Paese non si conosce diversità, un atteggiamento fuori dalle righe è inteso come "si n'è sciutu ti capu (se n'è andato di testa)".
Ch studia va via dal mio paese, chi vi rimane o si sposa, o si droga, o si mette in politica. Non ci sono molte alternative.
Io che torno qui so cosa significhi il piacere della cultura, la bellezza di stimoli che anche una città poco più grande può donare, lo sforzo di genitori che hanno dovuto lavorare una vita per potermi vedere soddisfatta, la difficoltà e la bellezza di realizzarsi da soli senza dover chiedere niente a nessuno. Non ho ancora un lavoro e non voglio abbassarmi a chiedere a XX di darmene uno. Voglio scrivere e se posso, denunciare fatti, eventi, ma so che devo avere coraggio.
Oggi c'è il voto alle primarie e so che davanti alla sezionde del PD, ci saranno anche quelli di destra, che faranno i calcoli sulle ipotetiche persone che votano a sinistra. Ci andrò, ma a volte mi rendo conto che anche la cosa più semplice, un mio diritto è uno sforzo contro le pressioni dei potenti. Molta gente non voterà, rimarrà in silenzio.. "non si sa mai mi vede Pinco Pallino e capisce che non voto per lui"..In un paese come il mio è più complicato di quanto sembri. Ci vogliono le palle sotto per andare contro corrente. In periodo di elezioni i rappresentanti delle fazioni politiche avversarie si fermano all'ingresso dell'unica scuola adibita alle votazioni e si annotano chi entra e chi esce, dai legami di parentela deducono l'ipotetico voto elettorale e prima che entri ti sorridono e ti dicono: "Mi raccomando". è una pressione assurda. Solo se ci penso la posso comprendere, ne siamo così dentro che non ci rendiamo conto del marcio che ci avvolge.
ODI ET AMO...
Adoro il mare così vicino al mio paese, gli alberi di ulivo allineati, il profumo di mosto, i colori caldi, il sole, l'aria della campagna.
Mi emoziona la campana della Chiesa, caro ricordo di infanzia.
La gente è cordiale, sempre.
ODI ET AMO...

sabato 16 gennaio 2010

CANTO PARA LISBOA


Quando tornerai anonima,
o Lisbona,
e il tempo avrà smarrito
le tracce di sé stesso
mi troverai con gli occhi vergini
seduta tra le colonne sante
a vigilare il tempio.

Lembro a chuva
que me molha o coração
e faz-me terra
e muda-me em fado.

Quando tornerai anonima,
o Lisbona,
e la chitarra
avrà suonato gli ultimi accordi
mi cullerò sulle tue alture
rapita dal reticolo mistico
che ha lingua di massone.

Lembro os cores
que me pintam os pés
e o Fernando
que me fala.

Quando tornerai anonima,
o Lisbona,
forse il Tejo ti avrà fatto sua
e di me
non rimarrà che un lieve canto.

O Lisboa,
a minha Lisboa...

giovedì 7 gennaio 2010