venerdì 12 ottobre 2012

Insonnia

Qui non si dorme mai. Mai. Mai. Mai. Mai. Rintocca una campana nel silenzio della notte. L'eco protratto all'infinito sembra congelare pensieri, uno ad uno, finché non si trasformano, fieri di vita. I centauri si scatenano furenti e il suono delle armi stride come un inverno senza fine, medesima monotona cadenza che non lascia tregua all'anima. È guerra. Contro chi, contro cosa, non è dato saperlo. C'è solo uno stato d'allarme perenne, lettighe sparse al vento...Vento. Vento. Vento. Gli uomini corrono, si nascondono, ma al buio non è dato sapere dove sia il nemico. È tutto ombra nell'oscurità, nero su nero chiamato alla perdizione di interminabili ore. Il cuore batte il ritmo crescente e la veglia grida sangue come un atavico male cucito sottopelle.

Sono nato uomo. E anche donna. Sono nato Dio. Vago perso in questa resistenza senza tempo. Sono il mio miglior compagno e anche il nemico di me stesso. Cammino e non mi è concesso fermarmi; la vita chiama alla vita, antica promessa proferita il primo giorno di tutti i tempi.
Ho colto il frutto, è scivolato dalla mano. Si è perso. O lo hai morso? Dannato, stolto uomo. La conoscenza mi ha scolpito un altro occhio ma ora tremo e non ho controllo. Penso e non ho controllo. Grido... e la mia voce si perde.

La neve continua a fioccare, congelando l'anima. I corpi si adagiano stremati sul manto soffice. Ora il bianco si staglia contro il nero con una violenza accecante. Sono tutti vittime viventi, uomini e centauri, fratelli e nemici. Le ombre rimangono ombre ma il bianco chiama alla tregua. Un unico pensiero, una sinapsi collettiva si alza in una voce: "Qui non si dorme mai. Mai. Mai. Mai. Mai"...

Sono Donna. Il sole mi riscalda gli occhi. Mi richiama alla vita senza permettermi opposizioni. Ho l'anima inquieta. Sono il mio lato oscuro, la mia stessa ombra. La notte mi era scivolata addosso trovandomi inerme. Il giorno scandisce suoni nuovi e cammino, nuovamente. Qui non si dorme mai.