sabato 22 maggio 2010

Est british diary...

(Faundry)

Questa mattina mi sento ovattata come la nebbiolina che nasconde il sole sotto il cielo di Londra. Devo cercare lavoro, mi dico. Il mio stage si è concluso e sono disoccupata in terra straniera.
Come al solito il mio sentire è contraddittorio. Da un lato la paura, dall'altro l'emozione dell'incognita e l'attesa di vita nuova, di altre storie da intessere nella città caos per eccellenza.
Non riesco a vivere Londra da turista, nel momento in cui non lavori ti assalgono i pensieri del quotidiano.
Ho i pensieri che si picchiano tra loro.
La vita notturna londinese mi lascia stanca di notte e mi ritrova confusa di giorno.
Shoreditch, il quartiere nel quale mi sono trasferita pullula di gente, luci e trasgressione. Le mode si mescolano e l'eccentricità vince su tutto, il che da senso di libertà, ma anche di confusione.
Il mio inglese rimane contaminato della forte cadenza italo meridionale, ma in compenso la gente, dopo due mesi riesco a capirla meglio, e anche il mio blocco psicologico in merito svanisce. Ho voglia di comunicare, tanto.
Londra di sera è qualcosa di indescrivibile, fin ora ho vissuto quella visto che di giorno ero a lavoro. Non credo di aver passato una sera a casa da quando mi sono trasferita. E la cosa strepitosa è che difficilmente capita di ritornare in uno stesso posto, a meno che non te ne affezioni. Amo Brick Lane, confusa di giovani, graffiti di Banksy e ristoranti bengalesi, con il famoso 1001 con all'interno i divani grandi, stile anni 70, le luci basse e grandi tavoli, tutto molto minimale.
Amo il Faundry vicino casa mia,ad Old Street dall'aspetto totalmente dimesso con i graffiti coloratissimi nei cessi e un'accozzaglia di televisori vecchi all'entrata. I divani ci sono in ogni posto e riesco a capirne il perché: si usa entrare nei pub dalle 5, 6 del pomeriggio e si sosta fino alla chiusura (alle 11 in genere). Si passa direttamente dall'ufficio al pub, che diventa il "salone" della propria casa, luogo di relax per eccellenza.
Amo l'est London. C'è libertà di espressione e arte.
Dopo la digressione ritorno ai miei pensieri..Devo trovare un lavoro. Mi sa che stavolta lascio perdere gli italiani e mi trovo un qualcosa più british...a scapito della mia vena giornalistica..ma il mio inglese scritto lascia prorpio a desiderare (quello parlato peggio ancora)..

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