domenica 26 ottobre 2008

UNA NINNA NANNA PER I VIAGGIATORI



"Un giorno, guidati da stelle sicure, ci ritroveremo in qualche angolo di mondo lontano, nei bassifondi tra i musicisti e gli sbandati, o sui sentieri dove corrono le fate..."

Riprenderò il mio zaino, presto o tardi...

QOELET (ECCLESIASTE), capitolo 3

1 Per ogni cosa c`è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
2 C`è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

venerdì 24 ottobre 2008

A TE, RAQUEL


Penso che questa volta la distanza non mi toccherà, sono forgiata dentro. Troppi addii, ripetizioni di sequenze, patimenti d'anima. "Tutto ha la sua fine", e rivedo i miei amici che prendono il treno, sento le canzoni cantate in aereoporto stretta in un abbraccio, con il cuore che si prepara a morire ogni giorno di più.Sono abituata.
...La verità è che non ci si abitua mai...
Ora l'ennesima partenza: Raquel, mi hermanita española, con cui ho condiviso quattro mesi stupendi e intensi della mia vita.
Me duele el corazón chiquilla. Nuestro piso no es lo mismo sin ti...Te echo de menos...
Vago in casa e sento il vuoto attorno. Sono entrata nella tua stanza e le mura ormai spoglie si sono colorate dei tuoi ricordi; mi sono seduta sul tuo letto come ogni giorno per confidarti i miei pensieri.
Metterò le tue lenzuola rosa al letto...così preserverò quel luogo tutto tuo e di Marco e ricorderò anche le sere in cui mi infilavo nel tuo letto e ridevamo o parlavamo tanto, o ancora quella sera in cui abbiamo visto il film insieme a Romeo e sentivamo che ci sono momenti che non tornano più... Quel rosa che "ti piace come arredamento ma assolutamente no per gli abiti"...
Sorrido pensando a te, mi hermanita, ahora eres un presente lleno de recuerdos...
Te quiero...

mercoledì 15 ottobre 2008

AI SOGNATORI

Siamo visionari. Questa la nostra essenza, il nostro amore, il nostro castigo...sospesi su di un sogno, con la testa verso il cielo e il piede che cammina solo..

TRISTEZZA PER FAVORE VAI VIA

martedì 7 ottobre 2008

OSTUNI



La città bianca...

domenica 5 ottobre 2008

IL PICCOLO CARRO


Mi sveglio con l'ansia, da tempo ormai...Ma forse andrà meglio, mi dico. Stanotte mi sono svegliata, e in cucina c'era il gatto che miagolava. Aveva fame,era rimasto senza cibo. Gli ho versato i croccantini nella scodella, in balcone. D'improvviso sono stata rapita dal cielo. Il Piccolo Carro splendeva, le stelle erano di una luminosità che da tempo non scorgevo. Proprio in quel momento ho visto una stella cadente. Ho pensato fosse un segno per me e ho fatto una preghiera.

venerdì 3 ottobre 2008

C’è ancora quell’invisibile filo di parole a unirci. Le prime vere parole, proferite per intimità, comprensione, complicità, animatesi da dentro, divampate nell’animo, di un’eco infinitamente dolce. E poi, d’improvviso, un voltarsi rapidi indietro e cominciare l’evento lieto e terrificante dei ricordi, che si spingono audaci nel barlume della non vita. Attendevo l’epilogo che è giunto imperioso, senza pudore, a strapparci quella fantasia costruita nel rumore del quotidiano, uno scontato epilogo fatto di rabbia, paura, insicurezza, dolore, stanchezza. Abbiamo lasciato che i sogni divenissero più reali del reale, uno scarto esistenziale nel quale non troviamo posto; abbiamo preteso che uno stralcio di giorno ci appartenesse, che mille giorni fossero nostri, che le parole fossero vere, vive, dipinti in un nulla asfissiante. Ci siamo appartenuti, e poi la follia. Ci ha investiti, illusi, infimi esseri, che strattonano pezzi di vita dalla veste lacera e impudica della realtà. Ci siamo spinti oltre la soglia, quel limite imposto per non cadere. Siamo caduti. Soffochiamo nella claustrofobia di un pozzo stretto e privo di luce. Quel filo ribelle ci sta strozzando, rendendoci solo parvenze di una totalità che non possiamo avere. È ora di destarsi, forse. È un grido sordo questo lamento che ci trasciniamo, questo bisogno d’amore che non ha volto, inespresso nella potenza di immensità. Abbiamo perso respiri, dimentichi della nostra stessa ragione d’essere. Annaspiamo. Una prima lesione. E dopo un’altra. Finché non giunge lo strappo,violento. E dimentichiamo lentamente chi eravamo, i nostri sorrisi, i nostri pianti, i nostri giochi, i nostri segreti, la nostra dolcezza, i nostri nasi, le nostre labbra, i nostri occhi…