sabato 28 aprile 2007

Non resta che il mascara sciolto,
eco di notti insonni.
E poi il vuoto, il vuoto,
come un urlo lanciato e disperso nell’etere.
Il senso di questo nulla sovrastante
O meglio il non senso di un tutto che si dissipa.
La pellicola si svolge ripetitiva
E non restano forze
Solo questo vuoto che disarma
E forse, nascosta al buio, la paura di impossibili cambiamenti
E rimpianti futuri…

venerdì 27 aprile 2007

FOTOGRAMMI


Marina se ne stava a pensare.
D'un tratto si era sciolta in un pianto liberatorio. Quel gelo e quella distanza che sentiva si erano d'improvviso tramutate in calore.
Ferma, davanti a lui...Era tornata la vita a riappropriarsi di lei e i ricordi fluivano. I muscoli contratti all'altezza dello stomaco e dietro la testa, pian piano, con lo scorrere delle lacrime, si rilassavano. Il senso di vomito provato, quello sì rimaneva, ma non più incontrollabile. La fronte si distendeva...
E mentre piangeva vedeva invece corrugare la fronte di lui, i suoi respiri sempre più profondi e le labbra strette in una smorfia, quasi a trattenere un dolore, uno sforzo a non dover trattare nuovamente. Erano ormai state fatte delle scelte... E quando dentro arriva la consapevolezza dell'assenza del domani e dell'impossibilità di vivere anche la stessa immanenza, allora rimane impacciato il ricordo...
Stare per un po' di tempo lontana da tutto l'aveva fatta sentire sollevata, aveva quasi riscoperto sè stessa e la sua voglia di ritornare ad essere vitale, aveva cercato di recuperare energie... Quanto è brava la mente in cerca di sopravvivenza.
Beh Marina destreggiava bene la sua mente. Temeva solo quei maledetti attacchi di panico che la prendevano d'improvviso nelle sue paranoie più inconscie. Eppure cominciava ad abituarsi anche a quelle sensazioni che la facevano sentire fuori luogo: sentiva le braccia addormentarsi poco a poco, formicolare, il suo battito cardiaco stranamente accelerato, lo stomaco contratto e quel mal di testa forte localizzato dietro la nuca e sulla fronte. In quei momenti le si chiudeva la comunicazione con il mondo. L'unica via di fuga era camminare a passo veloce per superare anche i propri pensieri, per riuscire a percepire altre sensazioni quali la freschezza del vento sul viso, le gambe rilassarsi e la cognizione di sè...la voglia di rintanarsi nel proprio mondo, di superare il senso di inadeguatezza, di stendersi sul letto e finalmente piangere: ottima terapia per rilassarsi.
Gli attacchi di panico le erano tornati nell'ultimo periodo: frutto di un costante senso di colpa?
...Vedere la macchina di lui, la sua paura a vederlo pieno di falsa indifferenza, non sapere che dire...cazzo....di nuovo la sua mente contorta tornava a parlare in codici indecifrabili, mettendo in allarme il suo corpo.
Ma era bastato un abbraccio di lui per farla sentire un attimo "a casa" e farle tornare alla mente tutta la tenerezza del mondo... e le lacrime avevano cominciato a scorrerle.
Tuttavia Marina si rendeva conto di fargli del male: dopo quell'atto di coraggio e quella presa di posizione da parte di lui, lei proprio non poteva piangere. Le lacrime vogliono dire tante cose, ma sono libere d'interpretazione.
Così Marina, guardandosi nello specchietto della macchina, di fretta aveva asciugato gli occhi rossi, mentre lui continuava a guardare dritto di fronte a sè, recuperando quella distanza costruita...
Marina si era fatta coraggio... Ormai era fuori dalla macchina, entrava in casa...
Ma prima di entrare un attimo di esitazione... Come un fermo-immagine cinematografico... l'ultimo incrocio di sguardi, un gesto come un bacio da lontano, un CIAO sussurrato a bassa voce...
La vita violentava quella magia, sospesa un tempo, come un'idea visibile agli occhi...
Quella magia era tramutata in lacrime, perle preziose, tesori nascosti e irragiungibili nei fondali del mare..

sabato 21 aprile 2007

Ci sono tristezze che non hanno voce, solo ti tengono per mano nella penombra...
Ci sono addi che non saranno mai addi, che sempre vivranno con te...
Nonostante il tempo sbiadisca...
E così arriva la stagione nuova e ci si volge un attimo indietro e si scioglie il ricordo come un pianto che ti bagna in un giorno di nubi...
Ci sono legami particolari, tracciati da un invisibile filo, che mai potranno dissolversi e resteranno sempre nell'anima a ricordarti chi sei... Ci sono magie, fatte per vivere in eterno, ma poi c'è questa di vita...e tutto va come va, e non come dovrebbe andare o come vorresti che andasse...
Ma c'è sempre questa costante voglia di vivere e di respirare, anche quando pensi di non essere capace di respirare, perchè la vita è la cosa più forte e più viva che abbiamo, così preziosa da non poter essere raccontata tutta per intero...Ah la vita che non si stanca di vivere anche quando la morte ardente ha voglia di acchiapparti...
Tuttavia ci sono cose preziose che non possono abbandonarti nemmeno dopo la morte, ci sono cose incise dentro, che ti parlano in silenzio nei momenti più imprevisti, ci sono sorrisi che ti tornano in testa e che magari ricordi piangendo...ci sono strette di mano che rimarranno mani strette in eterno e ci sono quadri dipinti per immortalare attimi..
Ci sono pianti mai pianti, creature potenziali che dovevano essere e non sono...
e dolori sopiti che ogni tanto ti battono sulla spalla per farti voltare e per non farti dimenticare...Perchè questa vita non sarebbe interessante senza dolore, e non sarebbe così bella e desiderata, anche quando la speranza si stanca di continuare ad assolvere il ruolo di speranza...
Ci sono promesse fatte per essere mantenute e promesse fatte per essere infrante, ci sono parole dette e tante di non dette...
Ci sono spiagge che taceranno per sempre i segreti di magie e unioni speciali...
...E ci sono lotte infinite solo per cantare un inno alla primavera...

giovedì 19 aprile 2007

PENSANDO CHE FUORI PIOVESSE

La nitidezza
si dissolve.

..Pensando che fuori piovesse...

E invece un raggio
di strana luminosità
è riflesso
respinto
lontano dalla sfera di suono
che ode solo la propria melodia.

E' impenetrabile
il solitario pensiero
mentre sfugge
il comico sorriso
della sorte
che si dichiara non colpevole.
Ciascuno dipinge a piacimento la propria tela
e il pubblico giudicherà critico
Una decisione...
Una prigione
in cui piangere mancanze...
...Che la penna incida parole
immortali?
I volti fuggevoli
nella voracità dell'esistenza
che separa
cancella
gridano vendetta...

E mi perdo
ascoltando la pioggia
mentre il sole
secca la terra
e chiama alla vita...

sabato 14 aprile 2007

PARTENZE E ARRIVI

La Manola parte per Budapest...L'ho sentita oggi...Era impazzita con le valige...Ci va per altri tre mesi...Un po' si è stancata di questa continua instabilità: prima l'erasmus in Spagna, poi con me in Portogallo, ora questa nuova meta e ad agosto si trasferisce a Barcelona...anche Barbara si è trasferita a Barcelona dopo essere tornata dal Portogallo; Chiara invece sta per tornare da Belgrado dopo 3 mesi di permanenza...Maria è a Lisbona e dice che vuole venire a trovarmi, Fon tra qualche giorno arriva a Roma per visitarla...
Io rimango a Lecce...aspettando una qualsiasi partenza...
Manola si chiedeva il senso di questo costante errare e di questo nostro spirito in costante evoluzione...
Già perchè il viaggio è una cosa meravigliosa ma serba sempre con sè il dolore del distacco dalle persone con cui tanto si è condiviso, con le quali ci si è emozionati e alle quali si è raccontato storie, pezzi della propria vita... Stare fuori dalla propria casa e dalla propria nazione, soprattutto partire da soli, significa infatti investire tutto ciò che si ha con le persone che si troveranno sul proprio cammino...non avere nessuno significa creare dei legami fortissimi (pur nell'idea della limitatezza di tempo) con chi ci accompagna nella scoperta e nella sorpresa di una nuova avventura...
Ma arriva presto il tempo di dover lasciare la "nuova casa" per ritornare indietro, alla propria terra, alla propria famiglia...e sempre un pezzo di cuore si perde sparso nel mondo...La cartina del mondo non è più un punto interrogativo vuoto:ogni posto con il tempo assume il nome di persone che in momenti della tua vita sono stati la tua famiglia, di coloro che sai ti offriranno sempre un letto dove stare, che ti faranno venire i brividi e con cui riderai ricordando e vedendo come il tempo ha cambiato le vite e le ha disseminate chissà dove, chissà in quali porti...
Perchè ad ogni porto c'è sempre qualcuno che prende una nave ma c'è anche sempre qualcuno che scende di ritorno... Una nave che parte lascia una scia nel mare, quella scia che ognuno si porta dietro nel momento di un saluto...una scia come dono di sè...e come bagaglio di ciò che tanto si è preso dagli altri...

mercoledì 4 aprile 2007

IL SOGNO


E il sogno si infila silenzioso nel nostro giaciglio spiando i più intimi pensieri e abbracciando la nostra più intima essenza...e così ciò che non credevamo più, d'improvviso si desta e ci ritroviamo con le mani ancora sensibili: il torpore del vivere è rintanato in un reale che ha parvenza di fantasma. Nella notte ciò che si crede lontano torna a tenerti per mano, l'irreale gioca con la nostra vita...

E così mi sono ritrovata a sentire un respiro lontano affianco al mio e ho riprovato ogni emozione...Ricordi si sono risvegliati...

Perchè questa vita ci impone la dimenticanza per la sopravvivenza?

Ci trasciniamo, scimmie evolute, con il nostro primordiale istinto di forza...e per questo ci lasciamo qualcosa alle spalle, alleggeriamo il nostro bagaglio di quello che potrebbe ostacolare la semplicità e la tranquillità della nostra vita... Bisognerebbe vivere tutto, superare la paura e il limite di sopportabilità anche a costo di barattare la vita con la morte...Perchè così invece rischiamo di perdere tasselli importanti lungo la via, credendo che sia meglio così..perchè la realtà in questo modo è più vivibile...

Ecco lui polemico e forte, vero e folle: il sogno serpeggia tra le nostre anime per cancellare una falsa strada segnata dal reale, per ricondurci indietro...Ora non siamo più indifferenti alle nostre perdite. Ci soffermiamo e stiamo un po' di tempo ad osservare il nostro "oggetto" smarrito...Torniamo a sentire e la paura di non riuscire a vivere non c'è...Solo quel sentimento vivo dentro di noi...ci stordisce e ci sentiamo vibrare lungo la spina dorsale...è questo sentire il vero vivere...

E noi marionette stordite tra il giorno e la notte, tra il reale e l'irreale apriamo gli occhi e capiamo chi siamo...Il giorno s'avanza tra le luci del sole...e poco a poco ritorniamo al quotidiano...aspettando l'attimo in cui i nostri occhi stanchi e ribelli desidereranno chiudersi di nuovo...

lunedì 2 aprile 2007



Scivola questa notte tra una nota e un'altra...


E' una di quelle notti come tante altre, delle quali rimane questo buio che fiacca le anime piene di tristezza e nostalgia, di quanto è andato e non ritorna, di quanto si riprende e quanto invece si sbiadisce...


Notte di pensieri...


Ho il mio zaino pieno di ricordi...E tanta poesia nel cuore...e sogni...


Ci sono vite che si spezzano, ci sono vite che continuano...
A coloro che rimangono...e ricordano...
A loro dedico questa canzone

EURIDICE (Roberto Vecchioni)

Morirò di paura
a venire là in fondo,
maledetto padrone
del tempo che fugge,
del buio e del freddo:
ma lei aveva vent'anni
e faceva l'amore,
e nei campi di maggio,
da quando è partita,
non cresce più un fiore ...
E canterò,
stasera canterò,
tutte le mie canzoni canterò,
con il cuore in gola canterò:
e canterò la storia delle sue mani
che erano passeri di mare,
e gli occhi come incanti d'onde
scivolanti ai bordi delle sere;
e canterò le madri che
accompagnano i figli
verso i loro sogni,
per non vederli più, la sera,
sulle vele nere dei ritorni;
e canterò finché avrò fiato,
finché avrò voce di dolcezza e rabbia
gli uomini, segni dimenticati,
gli uomini, lacrime nella pioggia,
aggrappati alla vita che se ne va
con tutto il furore dell'ultimo bacio
nell'ultimo giorno dell'ultimo amore;
e canterò finché tu piangerai,
e canterò finché tu perderai,
e canterò finché tu scoppierai
e me la ridarai indietro.

Ma non avrò più la forza
di portarla là fuori,
perché lei adesso è morta
e là fuori ci sono la luce e i colori:
dopo aver vinto il cielo
e battuto l'inferno,
basterà che mi volti
e la lascio alla notte,
la lascio all'inverno...

e mi volterò
le carezze sue di ieri
mi volterò
non saranno mai più quelle
mi volterò e nel mondo, su, là fuori
mi volterò
s'intravedono le stelle

mi volterò perché l'ho visto il gelo
che le ha preso la vita,
e io, io adesso, nessun altro,
dico che è finita;
e ragazze sognanti m'aspettano a danzarmi il cuore,
perché tutto quello che si piange
non é amore.
E mi volterò perché tu sfiorirai,
mi volterò perché tu sparirai,
mi volterò perché già non ci sei
e ti addormenterai per sempre.