sabato 14 aprile 2007

PARTENZE E ARRIVI

La Manola parte per Budapest...L'ho sentita oggi...Era impazzita con le valige...Ci va per altri tre mesi...Un po' si è stancata di questa continua instabilità: prima l'erasmus in Spagna, poi con me in Portogallo, ora questa nuova meta e ad agosto si trasferisce a Barcelona...anche Barbara si è trasferita a Barcelona dopo essere tornata dal Portogallo; Chiara invece sta per tornare da Belgrado dopo 3 mesi di permanenza...Maria è a Lisbona e dice che vuole venire a trovarmi, Fon tra qualche giorno arriva a Roma per visitarla...
Io rimango a Lecce...aspettando una qualsiasi partenza...
Manola si chiedeva il senso di questo costante errare e di questo nostro spirito in costante evoluzione...
Già perchè il viaggio è una cosa meravigliosa ma serba sempre con sè il dolore del distacco dalle persone con cui tanto si è condiviso, con le quali ci si è emozionati e alle quali si è raccontato storie, pezzi della propria vita... Stare fuori dalla propria casa e dalla propria nazione, soprattutto partire da soli, significa infatti investire tutto ciò che si ha con le persone che si troveranno sul proprio cammino...non avere nessuno significa creare dei legami fortissimi (pur nell'idea della limitatezza di tempo) con chi ci accompagna nella scoperta e nella sorpresa di una nuova avventura...
Ma arriva presto il tempo di dover lasciare la "nuova casa" per ritornare indietro, alla propria terra, alla propria famiglia...e sempre un pezzo di cuore si perde sparso nel mondo...La cartina del mondo non è più un punto interrogativo vuoto:ogni posto con il tempo assume il nome di persone che in momenti della tua vita sono stati la tua famiglia, di coloro che sai ti offriranno sempre un letto dove stare, che ti faranno venire i brividi e con cui riderai ricordando e vedendo come il tempo ha cambiato le vite e le ha disseminate chissà dove, chissà in quali porti...
Perchè ad ogni porto c'è sempre qualcuno che prende una nave ma c'è anche sempre qualcuno che scende di ritorno... Una nave che parte lascia una scia nel mare, quella scia che ognuno si porta dietro nel momento di un saluto...una scia come dono di sè...e come bagaglio di ciò che tanto si è preso dagli altri...

1 commento:

Unknown ha detto...

E quante scie lasciate nel mare eh?Quante?Riusciremo a contarle?Non ne perderemo il conto?Non le risucchierà l'oblio?Ma quante scie possono restarci dentro?Quante riescono a percorrerci?
E'per questo che prima o poi mi fermerò,perchè non voglio perderne più una,perchè le voglio tenere tutte con me dentro di me e custodirle gelosamente senza che il tempo,la distrazione,la quotidianeità me le portino via.Perchè questo costruire con cura per poi dover abbandonare tutto è straziante.
Oggi guardavo una ragazza e ho visto te...mi sei rimasta dentro... e questo invece,è meraviglioso.