lunedì 23 giugno 2008

MI ABBRACCIO DA SOLO E NON PROVO CALORE


Il dipinto e il titolo sono presi dal blog "Lo Zibaldone di Dave". Grazie Dave, mi sembravano appropriati al testo.

Aaaaaaaahhhhhhhhh dannata carenza d'affetto. I tradizionali metodi tipo "mi ingozzo di cioccolata" o "ti prego fammi le coccole" guardando con occhi dolci i propri amici e sbattendo le ciglia a dismisura, ormai non funzionano più. La cioccolata va meglio per l'inverno, l'estate si rischia d'ingrassare troppo (io ahimè non riesco comunque a farne a meno); gli amici, una volta imparata la filastrocca a memoria, ti abbracciano con fare tanto meccanico che forse il proprio cane o gatto riesce meglio scodinzolando o facendo le fusa. E lì quel desiderio di essere abbracciati non si placa, specie in periodo "pre-mestruo", in cui si ha bisogno di zittire gli ormoni ribelli e piangere tutto ciò che va storto (forse un abbraccio potrebbe rendere tutto più sopportabile). Se i propri affetti sono lontani, o nel peggiore dei casi, non ci sono proprio, quello è veramente un dramma. Si dovrebbe gridare al mondo PEACE AND LOVE, che una cultura fondata sull'amore gioverebbe a tutti, e ci regalerebbe voglia di dare e ricevere coccole a dismisura; probabilmente si porterebbe più rispetto per il prossimo, le guerre si decimerebbero , eccetera eccetera..
Invece, l'unica soluzione in questa società corrotta dalle dinamiche di mercato viene dalla tecnologia. E' pronto un nuovo bisogno pre-confezionato, di cui si avvertirà presto la necessità (il nostro cervello ormai anestetizzato non riesce a resistire alla sempre più seducente pubblicità): ecco a voi le Hug Shirt! Si tratta di magliette dotate di sensori della percezione. Basta trovare un altro sfigato come noi che vuole indossarla, e potremo, tramite bluetooth e chiamata con cellulare, sentire il suo abbraccio su di noi. Come funziona? La persona che vuole farmi sentire il proprio abbraccio deve abbracciarsi da sola: i ricettori della sua Hug Shirt, saranno tramessi tramite bluetooth al mio e, di conseguenza, saranno attivati anche i sensori presenti sulla mia maglietta. Se non erro ciò può avvenire anche tramite invio di un sms, ma le dinamiche ancora non mi sono ben chiare..
Che ve ne pare??? Il grande mercato riuscirà a farci sentire meno soli? Il/la nostro/a uomo/donna lontano/a riuscirà a trasmetterci il suo calore?
Ma sbaglio o abbiamo cinque sensi (anche sei)? E l'odore che attiva la nostra mente? E le parole, i sospiri e i respiri di chi ci abbraccia? E la vista di un sorriso che si manifesta e ci apre il cuore? E tutto ciò che può scaturire da un abbraccio?? Lasciamo tutto all'immaginazione...Ma la realtà? Perdiamo importanti elementi della nostra complessità umana: ci basterebbe un surrogato di emozione?
E la carenza d'affetto riusciremmo a colmarla???

...PEACE & LOVE, PEACE & LOVE, PEACE & LOVE...

1 commento:

Voxdei ha detto...

tristezza...
Intendo dire: non è la maglietta abbracciosa in quanto tale a provocarmi tristezza, ma semplicemente il fatto che, come tu hai fatto ben notare, non ci siano coccole per tutti...
Credo che ci possano essere circostanze in cui una simile invenzione possa rivelarsi utile: prendi il caso di un padre distante per lavoro con il proprio figlio piccolo...rendo l'idea? Se è vero che a noi adulti serve contatto, a volte un piccolo ausilio può rivelarsi un grande aiuto per chi di fantasia ne ha davvero molta.
E poi non dimentichiamoci dei carenti d'affetto cronici, ai limiti del patologico, che trascorrono la propria vita tra cucchiai di nutella e braccia diverse solo perchè non sono davvero capaci di tenersene strette un paio...