venerdì 13 febbraio 2009

NO FACEBOOK, NO MORE!

Dopo aver annunciato ai miei contatti che mi sarei autoeliminata da facebook, sono passati alcuni giorni e ieri finalmente ho premuto il pulsantino della disattivazione. Non è stato per niente facile, ho provato metaforicamente la sensazione di una specie di morte: ho immaginato i miei amici (reali e virtuali) lì, che continuavano la loro vita parallela in quel mondo, le foto che potrei vedere e che non vedrò, i commenti, e quanto altro mi ha reso schiava per mesi di "faccialibro". Ho cominciato prima con l'eliminare tutti i miei album, poi a staggare le foto in cui ero presente. Metaforicamente è davvero come proiettarsi nell'immagine del non esserci più, immaginare che sei solo una delle tante persone che non ci saranno, che gli altri continueranno senza te..Non so..è stata un'esperienza catartica, che è servita soprattutto ad "abbassare" il mio livello di egocentrismo...
Il lato negativo della questione è che ci si può reiscrivere, con un semplice click. Il nostro contatto continua a esistere in quegli enormi database, quindi oltre che a dover fare i conti con la propria psiche (facebook crea dipendenza!), bisognerebbe considerare che lasciamo tracce...
Vari sono stati i motivi che mi hanno indotto a sparire dalla comunità facebook, prima di tutti il vizio al pettegolezzo, e senza ombra di dubbio la confusione del privato con il pubblico. La cosa, estremizzata, potrebbe portare alla violazione delle scelte e dei diritti altrui...
Inoltre ci vengono offerti SURROGATI di AMICIZIE. Ci illudiamo di conoscere il mondo, di poter "dialogare" con tutti, ma l'esaltazione dura solo nei primi istanti, poi ci si rende conto di quanto si rimanga in superficie, io lascio un commentino sul tuo stato o su una tua foto e questo basta a farci rimanere amici... Sono stanca dei placebo. Mi trovo in un Paese che non è il mio e, ovviamente, mi sento sola. Non conosco molta gente e alle volte è davvero difficile fare amicizie. Sono stanca di considerarmi in un mondo che in realtà non esiste. Vivo qui, ho bisogno di incontri reali, di parlare con le persone, di scendere in profondità, di sguardi sinceri, di abbracci, di calore. Ho voglia di poter incrociare il cammino di un passante e di fargli notare che bel sole c'é, che aria magnifica si respira in questi giorni a Lisbona. I miei amici, quelli veri,sanno come rintracciarmi, anche senza facebook..e poi perché no? esiste la posta..Che bella l'emozione di ricevere una lettera, l'attesa, qualche parole intrise di inchiostro che puoi avere tra le mani e che ti riempiono la giornata, e pensare che, dall'altra parte, c'è reale intenzionalità a comunicare: comprare la busta, il francobollo, scrivere..tutti "passi" che rallentano l'immediatezza della comunicazione ma la rendono più vera.
Forse ho bisogno di autenticità di sentimenti,ora. Credo sia importante ritornare indietro, essere natura tra la natura, amare semplicemnte gardandosi negli occhi...
Ultima considerazione (ma non nell'ordine di importanza) è che davvero siamo sempre più prigionieri di sistemi informatici che ci catalogano, ci inseriscono in database, seguono i nostri gusti, le nostre preferenze. Il tutto potrebbe essere utile per confezionare pacchetti commerciali sempre più mirati, ma anche a controllarci nel vero senso delle parola. Provate a immaginare un sistema dittatoriale che può accedere ai database di facebook: sarebbe la fine della nostra autonomia anche nell'intimo... Ora ci abituiamo a essere in questi grandi raccoglitori di dati, più tardi ci abitueremo a dover lasciare le nostre impronte digitali. Ebbene: mi oppongo!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quindi, un mondo virtuale comincia a crollare, una buona cosa ... sì