martedì 6 gennaio 2009

PRIMA DI PARTIRE

Ho un turbinio dentro, scomposto, instabile, violento, emozioni pre-distillazione, mix di eccitazione, confusione, panico, gioia, urla, sienzio, amore, tristezza, ricordi, attese.
Voci, voci, e impossibilità di strutture lineari. Attendo di vivere mentre già vivo, assaporo immagini vecchie e nuove, collage irregolare dalle sfumature d'acquerello. Inizio a sentirlo questo brivido che veleggia sulla mia testa e sotto i miei piedi, quella vecchia vita che si desta e si prepara alla ferocia della sopravvienza, all'essere brillante che si sveste di superflo e di dubbio per avanzare nel nuovo prima che sia anch'esso abitudine. Inizio a sentire il mio corpo che si prepara, entro in una nuova dimensione prima ancora d'esserci e quello che ho ancora attorno già assume sapore di desueto.. In attesa, come nella ritualità della vestizione, mi preparo..ancora una volta....sono pronta...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che ti faccia bene ''sradicarti''. Sei troppo legata alle persone che ti stanno vicine: parenti, amici, ma anche agli sconosciuti con le loro solite facce che incontri ogni giorno nel supermercato, nel bar, per strada. Sei troppo legata a ciò che ti appartiene (mannaggia queste donne, quanto sono materialiste:)!)
Io ormai da anni ho abbandonato la mia casa. Ora quando entro in un'altra, so che è la mia, anche se per qualche ora o per qualche giorno. E se invece torno nella mia vecchia casa, so che è aperta a tutti e che non è solo mia.
I miei parenti (che sono gli amici miei)...anche se sono un bel po', ancora non li ho conosciuti, perché sono sparsi su questa terra come i fiori. Ora cerco solo di riuscire a conoscere tutti.
Il mondo è bello Ale ed è ancora più bello ciò che non conosci. La cosa più semplice è voltarsi indietro e vivere con i ricordi...ma sai che non c'è gusto quando tutto è troppo semplice.
''Se impari la strada a memoria di certo non trovi granchè, se invece smarrisci la rotta, il mondo è lì tutto per te!''
Ricordo sempre quelle parole che ho letto a Cabo da Roca: ''onde a terra se acaba e o mar comeca'' e onde palpita o Espìrito da Fé e da Aventura que levou as Caravelas de Portugal em busca de novos mundos para o mundo.

Desi

p.s. Mi sembra quasi come un cazziatone:) Scusami!

Voxdei ha detto...

...alla fine e sempre e soltanto una questione di punti di vista.
Conoscere il mondo, vagabondare, nutrirsi di respiri sempre diversi, riempire gli occhi di paesaggi sconosciuti...wow, un sogno, vero?
Quando sono i vent'anni che ti muovono, quando le tue gambe sono ferme e forti, scattanti, allora si che è vita! Seminare la noia prima ancora che questa possa fare capolino nella tua vita, allontanarsi dalla responsabilità di curare stabilmente affetti duraturi perchè, in fin dei conti, è più facile conoscere amici porzione singola che resteranno sempre perfetti nel tempo.
Beh, mi pare ovvio, sono come quelle confezioni di cibo liofilizzato mai aperte. Ed allora tutto resta perfetto, chi l'ammazza?Prima o poi dovrai fermarti, amica mia, ma per il momento goditi questo viaggio...
Ti auguro che il tempo fuori dalla tua città possa regalarti tutto ciò che desideri, arricchendoti l'anima oltre le aspettative.
Ti auguro che Dio accompagni ogni tuo passo, giorno dopo giorno.

Con affetto
Ale

skeggia di vento ha detto...

sul mi blog c'è un premio per te