mercoledì 10 ottobre 2018

Mario guarda il mare

Mario guarda il mare. Se ne sta seduto sulla riva, al crepuscolo. Uno schizzo di sangue si versa sulle nuvole sparse all’orizzonte e i colori si mischiano sulla tela celeste, indefiniti. Sarà che lui e il sole sono un tutt’uno proprio ora che quel sangue è venuto a mancargli nel cervello e a pompargli ossigeno. Ma lui la vita la sente dentro, davanti a quel mare caldo dove ha trascorso ogni estate della sua esistenza. La marea è alta e le onde si srotolano sulla battigia o sui pochi scogli che riaffiorano dall’acqua. Mario aspetta, sente voci lontane, contempla e si perde nel cielo arancione, nel mare infinito e diventa sole, dall’altra parte del globo, aurora e luce su un altro mare. Il mondo diventa piccolo e la sua anima si moltiplica su ogni piccola spiaggia e paradiso terrestre di cui sognava da piccolo, con i piedi immersi nel mar Ionio.

Strano, pensa, come proprio ora che la sto vivendo, la morte non sia altro che un tuffo in mare dagli scogli.
È la ninna nanna di mia madre al calar della sera, lo sciabordare delle onde ad ogni tramonto. È la luce negli occhi del mio primo amore e il mare in tempesta nello stomaco. È l’acqua che straripa dall’utero di mia moglie e mi fa vedere la testa dei miei figli.
È la voce del mio amico Mimmo che mi parla di Dio mentre mangiamo i ricci sulla riva. Dio è il mare e il sole insieme, sento la sua voce nelle orecchie, nel cervello. Le parole nascono da dentro, dal mio cuore e tutto risuona in me, nelle mie vene, nel mio mare. Nulla è più fuori, ma dentro, in questa oscurità in cui sono entrato d’improvviso e che è il mare di notte. Galleggio cullato dalle onde e guardo le stelle. Quanto sono belle, che universo infinito… 

I medici guardano Mario che giace intubato, privo di sensi..
Dagli occhi di Mario si stacca una lacrima che gli sfiora le labbra. È salata, è una piccola goccia del mare che ha dentro. Cos’ è il tempo per questo mare da cui ha avuto origine la vita? E cosa c’ è oltre il mare, al di là dell’orizzonte? Da piccolo immaginava come potesse essere la Calabria, di cui parlavano i pescatori mentre ritiravano le reti. I monti della Calabria si vedevano così bene al di là del mare, alcuni giorni… Ed erano gli stessi monti lontani, che sognava nei suoi inverni milanesi.
Un giorno sarebbe cresciuto e sarebbe andato in Calabria, al di là del mare, al di là dell’orizzonte…

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